Non ho paura... l’adrenalina come viene, va. Le farfalle
nello stomaco e le formiche nelle gambe svaniscono come se un gigantesco
formichiere le aspirasse in un sol colpo. Ioga e meditazione fanno miracoli per
chi fa un lavoro come il mio... è da venti anni che sono alla nera e di situazioni
come queste me ne sono capitate un fottio... è sempre finita bene... per me,
voglio dire, in fin dei conti io sono ancora qui che scrivo... comunque lo
squillo del telefono che ti sveglia di colpo alle tre di notte mentre dormi
beata e ti sogni Gerard Leonida Butler nudo, ti fa un buco nello stomaco
e ti manda il battito a mille… ce ne vuole perché il battito riprenda
regolare... Mi chiama uno dalla redazione e mi dice che c’è stata una
telefonata in questura, una vecchietta isterica urlava, farfugliava che glielo
avevano ucciso… Chi, signora… chi le hanno ucciso?… le hanno chiesto ma
lei continuava a ragionare per conto suo… Qui, qui, venite qui, in via del
Capitano 9... Dove diavolo è questa strada poi… Sono salita in macchina e ho cercato di far partire il navigatore... poi ci siamo arrivati quasi per
puro caso non certo con l’aiuto di Giovanni, che anche mentre guidava dormiva che
sembrava morto… come farà con le foto… è ancora intontito seduto in macchina. Io
sono entrata coi carabinieri che abbiamo già trovato lì sul posto. Quello più
anziano è rimasto ai piedi della scala, a coprirci le spalle... non mi pare
molto affidabile il vecchio panzone… sembra alle soglie della pensione…
speriamo che non lo facciano fuori come in quei film americani del cazzo…
L'appartamento
è al piano terra di un palazzo vecchio, vecchissimo, con la tromba delle scale
immensa e altissima, da sindrome di Stendhal. Il carabiniere giovane, Vanni
come si è frettolosamente presentato per strada, mi precede di due passi,
insieme all’appuntato si posiziona tra me e il portoncino… Aprite: Carabinieri...
da dentro nessuno gli risponde… non si sente niente… nemmeno un lamento della
vecchietta… l’avranno ammazzata... o si sarà nascosta... il portoncino è aperto…
si vede la luce che filtra di lato… il milite entra… passo leggero, ginocchia
flesse… pistola a due mani altezza occhi, spalle ben piazzate per non patire il
rinculo: sembra una intrusione da manuale... Io lo seguo mantenendo le distanze.
Siamo in un andito quadrato, praticamente una stanza… non ci sono porte
visibili… sulla parete di sinistra c’è un poster del Sic. A parte questa nota
stonata è una casa vecchio stampo… largo spreco di spazio... sembra tutto a
portata d’occhio e invece bisogna avere mille precauzioni: nelle vecchie case
ci sono degli sgabuzzini mimetizzati nei muri che ti trovi un braccio intorno
al collo e manco vedi di chi è... è vero che qui ci sta una vecchia… però…
Sotto il
poster, una vecchia poltrona sfilacciata di damascato giallo ocra, accoglie un
plaid a quadri lanciato alla rinfusa. Accanto un tavolino da lavoro con ferri
da calza e gomitolo di lana grigio topo, spampanato intorno al modellino di una
Harley. La parete sul lato desto si interrompe, c’è una svolta… forse dietro il
muro c’è un corridoio parallelo all’andito… il carabiniere e l’appuntato procedono
allo stesso modo, bassi e rapidi, girano l’angolo, prima l’uno poi l’altro… cazzo,
che ci fa qui ‘sto pezzo di ferro… sento che bisbigliano… Passo accanto
alla poltrona e batto il ginocchio sul bracciolo sporgente: Gniaaouuu… un
gatto grigio come il gomitolo schizza verso di me soffiandomi in faccia prima
di correre e intrufolarsi nella porta in
fondo al corridoio... Dalla stanza arriva un mugolio soffocato incomprensibile…
Le pareti sono grigie, affumicate dai fumi del riscaldamento… deve esserci una
stufa a cherosene… si sentono ancora gli idrocarburi nell’aria… Nelle mani del
carabiniere il pezzo di ferro si rivela il motorino di avviamento di una moto… è pulito, non sembrano esserci
tracce di sangue… ma la vecchia dove sarà?… Il corridoio è stretto… a destra la
faccia di Vale in tuta gialla e 46 azzurro mi sorride… che hai da ridere, scemo, che qui dentro ci potrebbe essere una vecchia morta?… Il carabiniere, Vanni, apre
la porta: una camera col letto sfatto, nessun armadio, un comodino, una
finestra, per terra una cassetta per gli attrezzi, chiavi inglesi dappertutto… anche
queste sembrano pulite… della vecchia nessuna traccia. Di lato una porta del
colore della parete. Lo dicevo io che nelle vecchie case ci sono aperture mimetizzate nel muro. Deve essere il guardaroba. Ci avviciniamo. Signora…
signora… Carabinieri…. Siamo qui per aiutarla…. Si faccia sentire… Mi mette
ansia una manata sporca sulla faccia esterna della porta… sembra sangue e pure
la pozza per terra… colore brunastro, liquido denso… è sangue… forse… per
entrare nello sgabuzzino bisogna scavalcarla, per non inquinare la scena del
crimine… Signora, ora apro la porta dello stanzino: se lei è dentro si
faccia sentire... ARGH… aargh… uuuahh… Oddio, la vecchia, la stanno
facendo fuori… Signora tenga duro… ora entriamo… fermi tutti…
Carabinieri… in ginocchio… mani in alto… faccia a terra…
Dentro c’è soltanto la vecchia tutta rossa in viso.
Finalmente siete arrivati…
Giusto in tempo per salvarla… signora…
Ma che salvare! Piuttosto mi aiuti a togliere
questa maledetta tuta: mi sono ingrassata…
La graziosa vecchina dai capelli bianchi strizzati in una
cipollina dietro la nuca, il viso abbronzato riquadrato dalle rughe, è
infilata dentro una tuta di pelle imbottita sulle spalle, sulle ginocchia e sui
gomiti. Ai piedi calza stivali da cross motosi.
Signora, scusi ma dove è il morto?
Là per terra... non l'ha visto? Mi hanno fatto fuori il
motore… questi incapaci… ora per gentilezza, appena mi sono cambiata, mi potrebbe
accompagnare ai Gigli che c’è un venditore di ricambi aperto ventiquattro ore
su ventiquattro… Su… mi faccia questa cortessiiia…