sabato 19 luglio 2014

Autostima


Non vorrei essere me stessa, in me c'è qualcosa che non va. Non si può dire che mi manchino gli occhi per vedere. Ma che lo dico a fare quando è evidente che non è normale... che i miei difetti son talmente tanti che nemmeno io li so. Vorrei essere più snella ed aggraziata, ho sempre desiderato essere più attraente, per sentire finalmente su di me sguardi di ammirazione e di desiderio, invece delle solite facce infastidite che tutti indossano quando passo io.

Tutti mi evitano o mi allontanano in maniera poco gentile. Anzi, qualcuno, se potesse, mi eliminerebbe dalla sua vista. E non ne fanno neanche un mistero, quando passo e li sfioro, appoggiandomi appena. Nel tempo ho dovuto imparare ad arrivare in pubblico furtiva e allontanarmi prima che qualcuno mi invitasse a farlo, senza cortesia come di consueto. Non mi conviene aspettare tale smanceria. Non ho neanche doti nascoste, che so, una bella voce, di quelle che incantano e ti fanno sognare a occhi socchiusi, così nessuno sarebbe costretto a guardarmi. Io sono incolpevole, sono così e non so il perché. Ma non credo che la psicanalisi mi potrebbe venire in aiuto ormai ne sono conscia: nessuno mi vuole, nonostante io mi sia sempre sforzata di intrecciare relazioni, stabilire contatti, cercare calore umano. 

Non posso continuare così. Ma non saprei che fare. 
Potrei iniziare una dieta e magari anche fare un po' di movimento ma prenderei in giro soltanto me stessa. Lo sanno anche i sassi che il problema alimentare non è alla base ma è solo una delle tante conseguenze di una psiche squilibrata.

Forse dovrei cambiare stile di vita. Ciondolare tutto il giorno in lungo e in largo, senza una meta, senza uno scopo, non esprime al massimo il significato di una esistenza. Ma è la piaga di una generazione cresciuta senza valori di riferimento. 

Probabilmente sono un’amorale che dovrebbe ritrovare la sua anima. Ma questa già mi sembra un’impresa disperata.

Potrei cominciare con lo yoga, per riequilibrare il sistema nervoso. È da lì che parte tutto, di solito. Lo squilibrio nervoso influenza tutto il resto e il disagio psichico si riflette in un malessere organico.

Rimarrebbe comunque la piaga della mia cafonaggine io sono inopportuna fuor di misura. Non conosco le buone maniere ma non me ne faccio una colpa. Sono di bocca buona, mi va bene tutto. Non vedo differenze, non faccio distinguo: questo e quello, per me pari sono. 

Invidio quelle più raffinate di me, che sanno sempre come muoversi e dove andare, che conoscono le mosse giuste per ogni situazione, attirano l’attenzione con gesti carini e fanno sempre bella figura in pubblico. Loro non vengono mai scacciate da chiunque le incontri. Che invece è quello che succede a me. Questo è il nocciolo della questione: non piaccio né per come sono fatta né per come mi comporto. 

Ma perché non mi lascio anch’io sconvolgere i sensi dalla frutta?

Io sono capace di posarmi su una merda, e trovarci gusto e, subito dopo, entrare, con la stessa disinvoltura, nell’imbottitura del vostro panino con la mortadella.

A me m’ha rovinato Kafka altrimenti avrei continuato ad apprezzare giuliva il mio atavico e immutabile istinto di mosca carnaria!

(dicembre 2013)










Sarcophaga carnaria

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