sabato 12 marzo 2016

Memento: scripta manent!

Riguardo al foglio bianco
posseggo una teoria:
la mera carta igienica ognuno sa cos’è
la prende, la rigira e poi sa far da sé.
Il foglio intonso invece 
è tutto un altro affare.
Se protocollo suscita nel giovane studente
timor reverenziale pel compito da fare.
La carta vergatina compete allo scrittore
che con ugual timore si pone lì davanti.
Come comincio adesso? Dove voglio parare?
Son dubbi ripetuti per chi della scrittura,
se non per professione s'ingegna per diletto.
Domande destinate a rimanere eluse.
Sia che si scriva tanto e poi si scarti,
o che si pensi a lungo all’immortale inizio.
Ammesso, e non concesso, il sacro fuoco
è inutile sforzare il proprio ingegno:
il poeta recluso può solo immaginare,
esprimere inventando le cose che non sa.
Sol chi dal quotidiano trae pasto per la mente
soddisfacente trova l’anelito a creare
e soddisfatto appare del tono pertinente. 
Così materializza qualcosa che sia degno
così si entra appieno nell’ambito desiato
così si può andar fieri di ciò che si è creato.
E se anche questa volta l'alloro si consegue,
senza toni drammatici o dover esser greve,
ringrazio il cielo e penso ai poveri poeti
che aspirano alla fama prima ancor di poetare
e scrivono di getto parole da gettare.

















6 marzo 2014


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